their pain by filling the void with a new one. Here I am visiting
Rome, and thinking about my grandmother, and her story, which is an
inspirational one for me. She chose her happiness and self
fullfillment over her husband. He wanted her to leave her work and
join him in a “tenuta”, a large farm house with horses, farmers, lots
of land and........
“La Signora Bionda” or “The blonde”, as she was named by the people of the
town that eventually became her home, the outsider from Riccione.
Throughout her life she was a midwife,mother, wife, a survivor of
world war 2 and fascism. She was a bonafide communist.
She dedicated her life to her profession. She was well known for
having delivered most of the children in the town. but she also took
upon herself the task of assisting those women who, out of wedlock,
had to make the difficult decision to give up their children. She
broke every rule to protect women in need of her services. To protect
the identity of these women she would personally take their children
to the orphanage in Rome. She took every precautions to keep their
secret "secret". Once she took me along with her. The infants were twins. I
can still remember the large house filled with children in uniforms.
I can still see them, they looked happy, and well fed. On the way
home, I kept thinking how fortunate I was to have such a loving
grandmother and mother and never wanted to lose them.
My grandmother was a woman of unbelievable generosity. She would take
young girls in need into our home. I woke up one morning to find that
a young girl had moved in during the night; she lived with us until
she was old enough to go out on her own. My grandmother’s
explanation was that she went to the girl's house to deliver a baby
and that the family, of mostly men, all lived and slept in one room.
She felt that she could not leave her in these conditions and brought
her home. As a child I believed her story, now as a grown woman I
look back and have doubts. She wasn’t the only young woman in need
who would mysteriously show up at our house.
During the war,when her sister and sister-in-law died in a bombing, she went back to her home town and brought back her nieces and nephew and raised them as if they were her own children, I always thought they were my aunts and uncle. Our family lived in a home that was dynamic, full of life -- laughter, tears, music, poetry, philosophy. Women would come knocking on the door, looking for the children they had given up, Younger women and men would come, searching for their mothers. My grandmother would help them all. She was a woman of great compassion but also great strength.
One of the things my grandmother enjoyed most was reading and in
particular she loved Russian novels. So she named her children
accordingly, Loris, Verusca, Mara, Unfortunately, under the rule of
Mussolini (whose hometown neighbored the one where my grandmother
lived), this wasn't deemed acceptable. She was called to the courts by
Mussolin’s regime and ordered to change her children' names to ones
that were purely Italian. She protested. pointing out that they were
her children and she could name them whatever she see fit. At the
end, even my grandmother couldn't overrile Mussolini and she had no
choice but to give in. She said, "For you they'll be Otello,
Mariantonietta and Maria but to me they will always be Loris, Verusca
and Mara." Then she stormed out.
As a young child I emigrated to the US but a part of me stayed in
Italy forever, and that part clung to my grandmother, who I felt so
close to I remember that every day, she found the time to take me to the
bar, for our daily routine. I would have a pastry and she a few
coffees. There were always gallant men whom offered to treat us, but
she always refused and at the end, it would be her treating them. She
was a true feminist many decades before I burned by bra in the 60’s.
.
It wasn't until the age of 18 that I went back to visit her one
summer, and during that trip, I visited an orphanage she often
visited. The nuns there told me that for years my grandmother every
Sunday would send boxes of pastries to the orphans. Why pastries?
Because, my grandmother explained, there is always money for
necessities but it is the little luxuries that the children learned to
live without. She wanted to light up their somewhat darkened world.
I wanted to share her story because she is a figure that is an example
for me and other women. These strong, courageous women need to be
remembered and kept in our memory. I am what I am today because of
her. I thank her for teaching me to be strong and independent and,
most importantly, showing me that happiness doesn't come from other
people but from inside yourself.
"La Signora Bionda"
La maggior parte degli uomini e delle donne che perdono i loro partners, provano di assuage il loro dolore riempiendo il vuoto con un altro compagnio. Eccomi qui visitando Roma e penso alla mia nonna ed alla sua storia, chè è stata per me ispiratrice. Lei ha scelto la sua felicità ed auto fullfillment invece del suo marito. Lui voleva che lei lasciasse il suo lavoro e che lei andasse con lui a vivere in una tenuta.
“La Bionda” cosi chiamata dalla gente del paese che eventualmente è diventato il suo paese, la straniera da Riccione. Durante la sua vita era un'ostetrica, madre, moglie, una che ha sopravissuto la seconda guerra mondiale e il fascismo. Era una vera comunista.
Ha dedicato la sua vita alla sua professione. Ha fatto partorire la maggior parte dei bambini del paese. ma inoltre ha assunto la assistenza di aiutare quelle donne che non sposate hanno avuto la difficile decisione di dover abbandonare i loro bambini. Ha infranto ogni regola per proteggere le donne necessitante dei suoi servizi. Per proteggere l'identità di queste donne Lei personalmente portava i loro bambini all'orfanotrofio a Roma. Ha preso ogni precauzioni per mantenere il loro secreto "secreto" .Una volta mi portò con lei. Gli infanti erano gemelli. Ancora oggi mi ricordo la grande casa piena di bambini in grembiuli. Ancora oggi li vedo, sembravano felici e bene alimentati. Tornando a casa, pensavo come ero fortunata di avere una nonna e una madre amorosa e non volevo mai perderle.
La mia nonna era una donna di generosità abbondante. Portava le ragazze bisegnose nella nostra casa. Mi sono svegliata una mattina trovando una ragazza che durante la notte e venuta a vivere con noi; ha vissuto con noi fino a che lei era grande abbastanza di vivere da sola. La spiegazione di mia nonna era che lei era andata ad assisterete un parto alla casa di questa ragazza e quella famiglia,era composta principalmente degli uomini, Tutti vivevano e dormivano in una stanza. Ha ritenuto che non potrebbe lasciarla in queste circostanze e la portata con se a casa. Da bambina ho creduto alla sua storia, ora da donna guardo indietro e ho dubbi. Non era l'unica giovane donna bisogniosa che mistoriasmente si ritrovava nella nostra casa.
Durante la guerra, quando la sua sorella e cognata sono morte in un bombardamento, lei è tornata al suo paese nativo e si e riportato con lei le sue nipoti e nipote, Lei li ha cresciuti come i suoi propri bambini, io sempre ho pensato che fossero le miei zie e zio. La nostra famiglia ha vissuto in una casa che era dinamica, pieno di vita -- gioia, lacrime, musica, poesia, filosofia. C’erano donne che, cercavano i bambini che avévano abbandonato per necessità, giovani donne e uomini cercando le loro madri. La mia nonna gli aiutava tutti. Era una donna di grande compassione ma anche di grande forza.
Leggere era una delle cose che piaceva a mia nonna, particolarmente amava i romanzi Russi. Così di conseguenza ha chiamato i suoi figli, Loris, Verusca, Mara, purtroppo, secondo la regola di Mussolini (di cui il suo luogo di nascita conterraneo di quello di mia nonna) per lei questo era ritenuto inaccettabile. È stata denominata alle corti dal regime di Mussolini ed è stata ordinata di cambiare i nomi dei figli, doveva mettere dei nomi che siano puramente italiani. Ha protestato. precisare che erano i suoi bambini e lei potrebbe chiamarli qualunque nome lei desiderava. Al estremità, persino la mia nonna ha dovuto cedere a Mussolini. " Per voi sono Otello, Mariantonietta e Maria ma per me saranno sempre Loris, Verusca e Mara." Usci fuori come una tempesta.
Da bambina ho emigrato negli Stati Uniti ma una parte di me e rimasta in Italia per sempre e quella parte si e aderita alla mia nonna, che ho ritenuto così vicino a lei. Mi ricordo che ogni giorno, trovava il tempo di portarmi al bar, per la nostra procedura di giorno. Io prendevo un dolce e lei più di un caffè. C’erano sempre uomini gallante che offrivano, ma lei ha sempre rifiutato all'estremità, alla fine era sempre lei che offriva. Lei era una vera femminista molte decades prima che Io bruciassi il mio reggiseno negli anni 60’.
All’eta di 18 anni sono tornata un estate in Italia per vedere mia Nonna, e durante quel viaggio, ho visitato un orfanotrofio che lei visitava spesso. Le suore mi hanno detto che mia nonna per molti anni ogni domenica mandava tante scatole di pasticcerie per gli orfani. Perché pasticcerie? Poiché, la mia nonna ha spiegato, Si trovano sempre i soldi per le necessità ma sono i piccoli lussi che quei bambini hanno imparato di vivere senza. Ha voluto illuminare per loro un mondo piuttosto scuro.
Ho voluto condividere la sua storia perché è una figura che è un esempio per me ed altre donne. Queste forti, donne coraggiose devono essere ricordate e mantenute nella nostra memoria. Io sono quella che sono oggi a causa di lei. La ringrazio per l'insegnamento ad essere forte e indipendente e, per di più, per mostrami che la felicità non viene dagli altri ma dentro se stessi.